Bugie dette ai bambini e dai bambini

Bambini e bugieChiunque abbia un ruolo educativo nei confronti dei bambini (genitori, insegnanti, educatori, etc) deve avere chiari alcuni aspetti riguardanti la reciproca fiducia da costruire e mantenere e l’interpretazione del comportamento del bambino. In particolare, in questo articolo tratterò il tema delle bugie, quelle cose che solitamente gli adulti credono di poter e dover dire ai bambini a fin di bene e che sempre gli adulti si raccomandano coi bambini di non dire, perché altrimenti sono cattivi, irrispettosi, chi credono di far fessi, etc.

BUGIE DETTE AI BAMBINI

“I bambini non possono capire” il più delle volte è una scusa per nascondere il vero problema, che nasce dall’adulto, che in verità pensa:

“Io non ho voglia di spiegare le cose ai bambini, di rispondere alle loro domande e di dir loro tutta la verità”. Esempio…

Conversazione fra me e una bimba:

– Questo è un colletto di pelliccia.
– Spero sia finto.
– Anch’io.
– Ah, adesso ami gli animali?
– Perché? Li amavo anche prima. Perché pensi che non li amavo prima?
– Perché li mangi.
– Non è colpa mia.
– E di chi?
– Il babbo mi ha detto che i bambini non possono essere vegetariani.

In realtà suo babbo sa benissimo che i bambini possono essere vegetariani senza alcun danno alla salute (anzi). Poiché rispetto a un onnivoro un vegetariano porta più problemi pratici a chi cucina, le aveva mentito, obbligandola così a un comportamento contrario ai suoi sentimenti per gli animali.

Un altro esempio riguarda la risposta alle domande del bambino riguardanti la procreazione, su cui spesso il genitore glissa per un solo vero motivo: teme che il bambino, in presenza di altri adulti, possa parlare di questo argomento “sconveniente”, mettendolo in imbarazzo.
Altre volte il genitore teme di mettere a disagio il figlio, o si sente a disagio parlando di questo argomento, o entrambe le cose. A tal proposito, l’educatrice Luisa Mario, spiega:

Premesso che sono possibili casi particolari e che quindi non si può essere esaustivi in poche parole, in generale il momento giusto per dire a un bambino la verità sulla procreazione è il momento in cui lo chiede, senza bisogno di rimandare, senza bisogno di bugie, favole o rimandi del tipo “lo capirai quando sarai più grande”, ma semplicemente esprimendosi con un linguaggio adatto alla sua età.
Più che “come ci rimarrà il bambino?”, la questione vera è: “Come a sua volta ha vissuto il genitore, quand’era lui bambino, pensieri simili riguardo i propri genitori, e come vive adesso la trattazione di questo argomento?” Un altro aspetto da considerare è il modo in cui i genitori sono abituati a relazionarsi fra loro in presenza del bambino: si scambiano effusioni o preferiscono evitare, relegando il loro affetto a un tabù?
Detto questo, in generale chi ben si rapporta alla sessualità e ha un atteggiamento sereno nel comunicare non ha motivo di temere alcun problema: i bambini non possono restare traumatizzati da qualcosa di naturale e normale che viene trasmesso come tale.

Per approfondire ti consiglio il libro di Alberto Pellai e Barbara Calaba Col cavolo la cicogna.

Altri esempi sulle bugie dette ai bambini li ha fatti la psicologa e psicoterapeuta Lucia Montesi nel post riportato qui sotto, in cui spiega come nella maggior parte dei casi mentire ai bambini non è il miglior modo di farli felici, ma il modo più pigro per farli contenti (a breve termine).

LE PICCOLE BUGIE CHE DICIAMO AI BAMBINI: PERCHE’ FANNO MALE

“Senti com’ è buona la medicina, la prende anche mamma!”, …

Pubblicato da Lucia Montesi psicologa psicoterapeuta su Mercoledì 5 ottobre 2016

Dunque, se non è strettamente necessario,

evita di dire bugie ai bambini.

E anche a me. A me non devi mai dire bugie.

E CHE DIRE DELLE BUGIE DETTE DAI BAMBINI?

Le troviamo fastidiose, così come troviamo fastidiose quelle dette dagli adulti.

Ma almeno i bambini meritano una certa comprensione: dire bugie è uno dei primi esercizi ad architettare qualcosa e per districarsi in una situazione difficile. Del resto cercare di evitare un castigo è una tendenza naturale.

Dire “non ti credo” non è sufficiente a risolvere un problema e a mettere in riga un bambino, e può essere anzi dannoso: i suoi sentimenti potrebbero essere feriti in maniera sproporzionata rispetto alla gravità della questione affrontata, in quanto potrebbe pensare “Sto cercando di rimediare a una situazione di difficoltà in cui mi trovo, e tu mi dai contro! Ti sto offrendo una versione di realtà che potrebbe essere accettabile sia per te che per me, e tu la rifiuti! Significa che mi vuoi male e che sei cattivo!”.

Una bugia è tollerabile e comprensibile quando il piccolo individuo non sa ancora che un atteggiamento del genere compromette la fiducia che l’adulto ha in lui, cosa che gli va fatta capire senza toni troppo accusatori. Sempre per il bene della sua vita sociale gli va inoltre spiegato che l’adulto a cui è stata raccontata una bugia da parte di un bambino, se dice “Ok”, non significa che ci abbia davvero creduto: probabilmente, fingendosi credulone, è lui che sta facendo fesso il bambino e non viceversa.

Oltre che per difendersi da un’accusa, un altro intento con cui il bambino può mentire è raccontare agli altri, e nello stesso tempo convincere sé stesso, che un fatto è andato in maniera più accettabile rispetto alla spiacevole realtà. La bugia quindi serve a proteggersi da una delusione, dalla tristezza, etc.
Se ti accorgi che un bambino ricorre a questo espediente, non “forzare la realtà” smentendolo. Molto meglio è ricorrere a una via indiretta per metterlo in condizioni di affrontare la realtà. Ad esempio raccontagli una storia su un fatto simile a ciò che è realmente successo, in cui il protagonista riesce a superare la difficoltà nel modo in cui vorresti che il bambino facesse.

Insomma, è normale che il bambino inizialmente esplori il mondo della bugia (questo può avvenire anche fin dall’età di 4 anni)…

…Dopo di che, meno bugie dice, meno evidentemente sente bisogno di mentire. E un bambino che sente meno bisogno di mentire è un bambino che evidentemente ha meno problemi.

Dunque la quantità di bugie che un bambino dice (tranne che per scherzare o per evitare un brutto voto a scuola) è un indicatore dell’armonia che percepisce nel mondo in cui vive, essendo inversamente proporzionale ad essa. Se ne dice tante nonostante l’educazione alla sincerità che si è tentato di passargli, occorre intervenire sulle cause di questo fenomeno e non semplicemente sgridarlo / minacciarlo / dirgli che non gli crediamo.

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