Buoni propositi? Meglio gli esperimenti.

Obiettivi per l'anno nuovoStai formulando i buoni propositi per l’anno nuovo? Se lo stai facendo non tanto per chiacchierare, ma per installare dentro di te una buona abitudine, potrebbero esserti utili i seguenti consigli e considerazioni.

Se stai pensando a una nuova abitudine di comportamento è probabile che quello che hai fatto fin ora non abbia funzionato. Forse anche l’anno scorso ti sei detto qualcosa di simile a quest’anno, e magari è stata l’eccessiva lunghezza del periodo considerato a non far funzioanre le cose. Allora potresti ad esempio

darti un compito non per il prossimo anno, ma per il prossimo mese.

Altro aspetto importante:

consideralo non un buon proposito, ma un esperimento.

Se lo chiami così, allora accetterai anche qualche scomodità in più in vista della conclusione del periodo relativamente vicina.
Prendiamo l’esempio di svegliarsi ogni mattina un’ora prima per fare attività fisica. Se è “un impegno che ti sei preso per quest’anno”, al suono della sveglia potresti trovarti a pensare “Chissenefrega della promessa che mi son fatto… sono sempre a tempo a iniziare un altro giorno… oggi proprio non mi va…”.
Tutto cambia se lo prendi come un esperimento il cui scopo è sapere “Cosa accade se per un mese mi sveglio un’ora prima e faccio attività fisica? Forse i primi giorni sarà difficile, mentre dal 20° giorno in poi non mi peserà più e sarà anzi qualcosa di piacevole?”.

Fra “buon proposito” ed “esperimento”, come puoi notare, esistono delle differenze fondamentali, che influiscono su come comportarti.

Caratteristiche dei “buoni propositi”:

  • Hanno un inizio che può essere procrastinato. Che sarà mai un giorno in più o un giorno in meno? Il rischio quindi è essere tentati di iniziare domai.
  • Non hanno una fine definita. Si tratta di acquisire un’abitudine e portarla avanti per sempre. Buona cosa, in teoria, ma dal punto di vista della motivazione produce un risultato disastroso, e cioè un pensiero del tipo: “Cosa? E dovrei farlo per sempre???”

Caratteristiche degli “esperimenti”:

  • Hanno un inizio e una fine ben precisi. Questo significa che quella quantità di giorni è essa stessa parte dell’esperimento ed emerge con evidenza l’importanza di rispettarli rigorosamente.
  • Possono dunque avere una durata anche relativamente corta, ad esempio un mese o una settimana, e questa viene decisa a seconda di cosa sai di poterti aspettare da te stesso.
  • L’impostazione non è “devo fare questo, so già che è giusto esattamente così”, ma “faccio questo per il periodo stabilito e poi, nella data fissata, valuto i risultati e deciderò se la cosa è sostenibile o no”. Quindi in caso di scarsa motivazione il pensiero potrebbe essere “Forse è troppo per me e quando riformulerò gli obiettivi deciderò per qualcosa di più leggero… ma ormai fino alla fine di questo esperimento faccio uno sforzo e continuo, tanto fra X giorni è finito”

Un altro consiglio sul cambio di abitudini è farlo con l’aiuto di qualcun altro. In che modo? Dipende dal rapporto che hai con questa persona. Ecco alcune idee:

  • Farsi controllare da una persona che a sua volta vuole cambiare un’abitudine e si fa controllare da te
  • Fare degli incontri dal vivo o telematici o dei resoconti via email, etc in cui ogni giorno (o altro lasso di tempo, preferibilmente breve) si dà conto di come ci si è comportati
  • Stabilire delle multe in denaro, delle “more” o delle penitenze in caso di non adempimento agli obblighi previsti

Hai altre idee su come introdurre nella propria vita buone abitudini? Scrivilo nei commenti!

Prima di salutarti ti consiglio la lettura di un interessantissimo libro in argomento: “La dittatura delle abitudini” di Charles Duhigg.

Buon 2016!!!

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