Performance

Gas esilarante: uso antidepressivo e ricreativo

Il monossido di diazoto, o protossido di azoto (N2O), è un gas usato per fare la panna spray, ma anche a scopo ricreativo; per i suoi effetti ridarelli è detto anche gas esilarante (trovi su Youtube vari video in cui ragazzi lo inalano e subito dopo ridono a crepapelle).

Nel 2013 secondo il giornale universitario The Tab il gas esilarante era la terza droga più usata dopo cannabis e Ecstasy.

Recentemente si è iniziato a studiare la sua utilità in ambito sanitario; in questo studio effettuato nel 2014 presso la Washington University School of Medicine di St. Louis, risultò avere un’efficacia a breve termine nel miglioramento della sintomatologia più del placebo nei pazienti con depressione maggiore:Leggi tutto »Gas esilarante: uso antidepressivo e ricreativo

La sopravvalutata forza di volontà per rinunciare a qualcosa

forza di volontà es per smettre di fumareQual è il modo migliore per evitare di compiere un’azione da cui si è dipendenti (o ci si crede tali)? Come nell’articolo “La sopravvalutata forza di volontà per svolgere un compito“, ti invito a non dare troppa importanza alla forza di volontà, che presuppone un faticoso e spiacevole braccio di ferro che non è detto che tu vinca e che soprattutto rappresenta uno spiacevole conflitto interiore.

Un classico esempio di comportamento a cui tante persone vorrebbero rinunciare e che faticano ad abbandonare è fumare.

Si crede di solito che la difficoltà stia nel resistere alla voglia di compiere quell’azione, o meglio quella serie di azioni (mettere in bocca la sigaretta, accenderla, aspirare, etc)…Leggi tutto »La sopravvalutata forza di volontà per rinunciare a qualcosa

La sopravvalutata forza di volontà per svolgere un compito

forza di volontàIn questo articolo voglio sfatare il mito della necessità di forza di volontà. Non mi riferisco alla forza di volontà per rinunciare a qualcosa (es. fumare), anche se in questo ci sarebbero vari punti di contatto con quanto ti dirò. Mi riferisco alla forza di volontà per compiere un’attività quando non se ne ha voglia e la si vede quindi come un sacrificio, per il quale è necessario uno spiacevole sforzo.

Pensare che si sta facendo un sacrificio presuppone che ci siano due parti di te in lotta fra loro: una vuole che tu decida per un comportamento giusto, ma scomodo, l’altra vuole che tu decida per un comportamento sbagliato, ma comodo. Di solito si tratta di una lotta del tipo

voglia di ottenere un obiettivo a lungo termine”

contro

voglia di fare qualcosa di piacevole / rimanere rilassatiLeggi tutto »La sopravvalutata forza di volontà per svolgere un compito

Mindfulness: per migliorare memoria, ragionamento e concentrazione

Istruzioni per un esercizio di Mindfulness alla fine di questo articolo.

Le strutture neurali responsabili del “vagare con la mente”, dette default network, non sono un male di per sé. Ma certamente sarebbe utile se non interferissero quando abbiamo bisogno di concentrarci o memorizzare.
Un recente studio pubblicato nella rivista Psychological Science (Mrazek et al., 2013) dimostra che concentrazione e memoria sono migliorabili grazie alla meditazione di tipo mindfulness.

LO STUDIO: ATTIVITÀ PROPOSTE

Allo studio hanno partecipato 48 persone; ad alcune di queste è stato fatto seguire un corso di mindfulness; ad altre un corso di nutrizione. Entrambi i corsi consistevano in 8 lezioni di 45 minuti ciascuna, distribuiti in 2 settimane. Agli studenti di mindfulness è stato chiesto di praticare questa disciplina nella vita quodidiana.

I RISULTATI

I risultati dello studio sono stati impressionanti. Gli studenti che hanno praticato mindfulness:Leggi tutto »Mindfulness: per migliorare memoria, ragionamento e concentrazione

Parlare in pubblico – 2^ parte: contenuti o retorica?

Aristotele e Catone il Censore

Aristotele e Catone il Censore

“Rem tene, verba sequentur”

Questa famosa citazione, attribuita a Catone il Censore, significa in pratica “Abbi chiaro il concetto, e le parole verranno da sole”.
Diversamente aveva affermato Aristotele, secondo cui padroneggiare una materia non può essere sufficiente ad esporla bene se non si ha una buona retorica.

Chi aveva ragione?

Dipende. Se si tratta semplicemente di spiegare un argomento, è sufficiente avere chiaro il concetto.
Se invece lo scopo è anche quello di persuadere le persone che ti stanno ascoltando a comportarsi in un certo modo o scalzare una loro precedente convinzione (magari in contrasto con quella di un tuo avversario), allora non fa certo male studiare anche il linguaggio persuasivo. Comunque, secondo la mia opinione, una buona padronanza dei contenuti ed una buona padronanza della lingua, uniti ad un certo entusiasmo, contano per un buon 80% ai fini di una buona ed anche persuasiva esposizione.

Ci sono poi da aggiungere due elementi che Catone e Aristotele non evidenziarono… Leggi tutto »Parlare in pubblico – 2^ parte: contenuti o retorica?

Parlare in pubblico – 1^ parte: paura del giudizio?

Devi parlare a un gruppo di persone, ma hai paura di parlare in pubblico?

Sul web esistono molti articoli che parlano di come vincere questa paura, molti dei quali non mi trovano d’accordo.

Alcuni consigliano di fingere che davanti a te non ci sia nessuno: guardare nel vuoto, far finta di essere davanti a una sola persona, magari conosciuta…

Sbagliato!

Se, con lo scopo di comunicare una serie di concetti stai parlando a 800 persone, stai parlando a 800 persone. E l’atteggiamento con cui parli a 800 persone persone non è lo stesso di quando parli da solo, o a una persona conosciuta.
Non devi fuggire da questa esperienza o falsarla, anzi devi renderla più vera. Devi eliminare le informazioni false che ci sono nella tua testa, non quelle vere (es “non aspettano altro che un mio errore, se sbaglio se lo ricorderanno per sempre, etc”). Leggi tutto »Parlare in pubblico – 1^ parte: paura del giudizio?