Relazioni interpersonali

Relazioni interpersonali

Difesa personale: quanta fuffa in vendita!!!

Il complesso tema della difesa personale è oggetto di indebita semplificazione e dunque vendita di fuffa in moltissime palestre. Un esempio? Le tecnicucce di difesa dal coltello che funzionano solo nelle “dimostrazioni” e nei film. Ogni volta che vedo un filmato in cui le si fanno passare per tecniche efficaci mi viene voglia di accoltellare l’insegnante :-). Ne parla l’ottimo Enrico Luciolli in questo video:

Ho voluto scrivere un articolo in proposito perché fra i vari post che vedo ogni tanto su Facebook ci sono anche i video il cui tema è la violenza, e che si suddividono principalmente in:

  • video di aggressioni per strada
  • competizioni pseudo-sportive (già, non si può chiamare “sport” una pratica il cui scopo si persegue danneggiando l’avversario*)
  • dimostrazioni sulla difesa personale

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Relazioni e collaborazioni: cercare sì, mendicare no

Avevo già pubblicato 3 anni fa un articolo + video su argomento del tutto simile a quello di oggi, ma improntato sull’ipotetico inizio di una relazione di coppia. Estendo qui il concetto al campo degli affari: potenziali clienti / soci / affiliati a un network marketing, etc.
… E no, non conto di scrivere un altro articolo simile l’anno prossimo, quindi, ti avverto da subito che ciò che stai per leggere vale per ogni tipo di relazione (amici, probabili componenti di un gruppo musicale, compagni di sport, etc).

Sembrava stesse nascendo un importante e piacevole / proficuo rapporto di collaborazione con quella persona… che a un certo punto cambia atteggiamento: smette di contattarti, è sempre più sfuggente o addirittura non risponde a telefonate e messaggi. Che fare? Prima la risposta veloce, poi quella articolata…

Risposta veloce

smetti di elemosinare amicizia / collaborazione / partnership da questa persona, poiché:

  • così facendo perdi tempo che potresti dedicare ad altri
  • importunare una persona (anche se ha torto a non considerarti, avendoti promesso il contrario) ti fa passare da rompiscatole e rischia di intaccare la tua reputazione
  • la persona potrebbe pensare di te “se ha tutto questo tempo per pregare chi come me che non lo considera, allora è messo male, dunque avere a che fare con lui non dev’essere così fruttifero, a conferma di ciò che intuivo”.

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Non ti ama abbastanza? Non sono affari tuoi

Scrivo questo articolo immaginando di parlare a una donna perché riguarda un problema relazionale a prevalente lamentela femminile, fermo restando che potrebbe valere anche per un uomo.

È abbastanza frequente che una moglie o fidanzata esprima la propria tristezza o rabbia con osservazioni del tipo “Tu non mi ami abbastanza”, o “Sento che tu non vivi con grande trasporto la nostra relazione”, o “Se mi incontri la sera non mi chiedi mai com’è andata la giornata… sembra che non te ne importi nulla di me”.

Certo, sei padrona di stabilire quali sono i requisiti di un uomo affinché possa essere compatibile con te. Fra questi requisiti ci possono essere quei comportamenti di lui che sei abituata ad associare a trasporto e amore nei tuoi confronti. Ciò che ti invito a fare è una riflessione sul perché tu ponga questi requisiti: sono riferiti ai tuoi gusti o alla tua volontà di controllo su di lui?Leggi tutto »Non ti ama abbastanza? Non sono affari tuoi

La falsità fa male alla salute

In questo articolo: 1) un’insolito chiacchieruccio su me stesso; 2) alcune considerazioni; 3) il consueto consiglio per te. Buona lettura (se ti va).


No, no, No,  NO, Assolutamente non sono una persona seria. Non lo sono mai stato e non ho mai voluto esserlo. Se dico sul serio? No. hehe.
Non completamente. Ma che importa?

Di solito non è bellissimo simpaticissimo autocelebrarsi, ma io per oggi posso: è il decimo anniversario della mia laurea, e di conseguenza niente censura all’autoincensante e al contempo stupida domanda: se la serietà non è roba per me, possibile che mettendo le mani addosso a qualcuno io gli faccia passare un dolore, o che una persona inizialmente incerta su una decisione da prendere, dopo aver fatto life coaching col sottoscritto scrivente ha capito cosa vuole e cosa fare?

Mia risposta: la serietà non serve. La serietà è fra i più tristi equivoci delle parole neolatine. Il vocabolario Treccani dà questa definizione di “serio”: Che ha o rivela impegno, ponderatezza, attenta considerazione, pacata gravità, comunque un atteggiamento opposto o lontano da qualunque scherzo e ilarità […]Leggi tutto »La falsità fa male alla salute

Rapporto genitori – figli: rompere la “catena dello stress”

Un tipico scenario problematico di rapporto genitore-figlio è quello in cui si ritrova questa serie di accadimenti:

il genitore (tipicamente il padre)…

  1. Teme che possa succedere qualcosa di brutto a suo figlio
  2. Tenta di persuadere il figlio su cosa fare e cosa non fare
  3. Afferma (più o meno esplicitamente) che i suoi consigli sono indispensabili perché il figlio è incosciente, ingenuo, incapace, etc
  4. E’ visibilmente affaticato per le energie necessarie a svolgere questo “tutoraggio”
  5. Percepisce questa fatica come stress negativo
  6. Reagisce a questo stress negativo con l’arroganza (parla dell’argomento in modo saccente, va fuori tema, offende, tenta di indurre sensi di colpa, paventa gravi problemi nel caso non vengano seguiti i suoi consigli)
  7. A causa di questo atteggiamento arrogante infastidisce e stressa il figlio

…e la “catena dello stress” può andare avanti col coinvolgimento di altre persone che soffrono per la sofferenza di queste due, e che mostrandosi sofferenti a loro volta ispirano la sofferenza per le stesse o per altre ancora, etc.

Chi leggendo tutto questo si riconosce nella parte del figlio, di primo acchito potrebbe osservare

“In effetti vivo una situazione non facile, dovendo sopportare il peso di questi 7 problemi tutti assieme e dovendo tentare ogni giorno di risolverli”

Questa osservazione presuppone un errore cruciale…Leggi tutto »Rapporto genitori – figli: rompere la “catena dello stress”

L’equivoco del principio di Coerenza di Cialdini

Fra le famose armi della persuasione  citate da Robert Cialdini nel suo famoso libro, il “principio di coerenza” rischia di essere equivocato. E in effetti si basa su un frainteso. Una persona di solito tende ad essere coerente. Ma… coerente con cosa esattamente? Coerente ai propri valori interni, o coerente al significato che l’interlocutore dà alle sue parole fingendo di fraintenderle? Il patetico aspirante persuasore che usa il “principio di coerenza” di Cialdini spera che si tratti del secondo caso.

Furio di nonvogliolavorare.it nel suo articolo “Svedesi a Patong. E ‘sti cazzi” ha raccontato di una bellissima ragazza che lo approccia invitandolo a una festa in spiaggia. Solo dopo che lui dice di accettare l’invito, lei gli comunica il prezzo dell’ingresso. Dice Cialdini che questa tecnicuccia spesso funziona per via del fattore “coerenza”: hai affermato che vuoi andare in quel posto, e per coerenza è probabile che tu sia disposto a spendere pur di non smentirti. L’equivoco consiste proprio nel fatto che fare un passo indietro non significa smentirsi. Significa essere più specifici sulle condizioni che rendono valido ciò che abbiamo genericamente detto.

È perfettamente necessario, oltre che coerente, avere dei parametri quantitativi per il proprio comportamento:Leggi tutto »L’equivoco del principio di Coerenza di Cialdini