Disturbi psicosomatici – Come parla il sistema energetico al corpo? – 1^ parte

Argomento abbastanza controverso è la relazione fra emozioni e manifestazioni cliniche, cioè dolori di vario tipo, riduzione di sensibilità o di forza, pruriti, gonfiori, arrossamenti, etc, a cui è corretto riferirsi parlando di “segni e sintomi”; pur valendo quel che dirò sia per i segni che per i sintomi, per brevità parlerò semplicemente di “sintomi”, che del resto sono spesso l’aspetto che interessa di più.

A volte si parla di somatizzazione di disagi emozionali affermando semplicemente che “un problema fisico può essere dovuto a un fattore psicologico”, magari aggiungendo un commento del tipo “così a un problema se ne aggiunge un altro”.

Trovo questa visione inesatta, incompleta e aberrante.

Quando lavoravo col coaching psicosomatico e con la Medicina Energetica, mi appariva sempre più vero ciò che mi era sembrato di capire riguardo al modo in cui il nostro sistema energetico instaura con noi un dialogo… finché ho pensato che sarebbe stato buona cosa proporre qui la mia interpretazione. Nota: è possibile che qualcuno l’abbia già pensata prima di me anche se non ne ho notizia; se ne sei a conoscenza segnalamelo con un commento e te ne sarò grato.

Ecco dunque quello che attualmente ritengo un plausibile modello di dialogo corpo – sistema energetico:

  • Il sintomo fisico è un invito ad aggiustare qualcosa nella vita di relazione che è fonte di un disagio emozionale; questo invito proviene dal nostro sistema energetico (punto di vista e dicitura che personalmente uso), oppure dal Karma, o da Dio, o dall’Universo, o dall’inconscio, o dal sé superiore, etc; questo messaggio ha senso e costituisce un buon consiglio per la nostra evoluzione personale.
  • Non è corretto dire che semplicemente il sintomo fisico è conseguenza di un problema relativo a un’emozione. Il sintomo si presenta quando c’è un problema relativo a un’emozione e quest’emozione non viene accettata. Cioè il paziente la reprime, finge di non averla, non se ne occupa e rivolge l’attenzione ad altro, oppure la giudica ingiusta, pensando “Non è giusto che la vita / il mondo / Dio / etc mi abbia riservato un trattamento del genere, non me lo merito”. Un’emozione negativa è il primo “avviso” che si riceve sulla necessità di risolvere un problema. Il fatto che questo messaggio-emozione non venga accettato porta il sistema energetico a ricorrere a un’altra via, e cioè il sintomo fisico.
  • Se anche il messaggio sotto forma di sintomo fisico viene ignorato (ad esempio eliminato con la sola assunzione di antidolorifici), il sistema energetico prima o poi provvede, sempre tramite sintomi, a inviarne un altro.
  • Se necessario una persona riceve più messaggi “stratificati”, l’uno propedeutico all’altro, cioè comprensibili in una sequenza utile alla presa di coscienza che necessita. Così, dopo che la persona ha capito il messaggio simboleggiato da un sintomo, esso scompare e viene sostituito da un secondo, diverso dal precedente oppure uguale ma in un’altra regione del corpo; questo secondo sintomo è il secondo messaggio, che la persona sarebbe stata preparata a ricevere solo dopo la comprensione del primo; una volta compreso il messaggio rappresentato dal secondo sintomo, esso può scomparire per lasciare il posto a un terzo e così via, finché la persona non ha preso coscienza di tutto ciò che ha bisogno di capire.

A volte per ottenere un ottimo risultato (con “ottimo” non intendo “definitivo” o “risolutivo” e spiegherò più avanti il perché) sono necessari pochi minuti di coaching e/o Medicina Energetica. Spesso, infatti, per far scomparire un dolore, tutto quello che devo fare è trovare la traduzione in termini emozionali del messaggio che rappresenta, suggerire al paziente come parlare al proprio sistema energetico e come fargli capire che ha capito, al che il sintomo se ne va istantaneamente, oppure la sensazione cambia e mi dà modo di continuare con questo metodo finché tutte le sensazioni spiacevoli, una dopo l’altra, sono scomparse.

Ho notato che se è presente una “stratificazione” di più messaggi, il significato dei sintomi che il paziente lamenta per primi è più vago e più difficile da trovare, mentre i successivi sono man mano più specifici e più chiari. Questo fa un po’ pensare al sistema energetico come a un interlocutore che inizialmente rivolge a una persona un’ammonizione su qualcosa di preciso, tipo “Per favore non entrare in casa con le scarpe fangose”, e poi, non assecondata, proceda a voce più alta e con parole più polemiche e generiche: “Non t’importa nulla della pulizia di questa casa”, e poi, a voce ancora più alta, con parole ancora più polemiche e generiche: “Non sai proprio cosa sia il rispetto”. Quando le lamentele si sono fatte assordanti (fuor di metafora ad esempio il dolore è diventato abbastanza fastidioso) e così la persona decide finalmente di prestare ascolto, dovrà indagare sul significato dei messaggi partendo dall’ultimo e procedendo a ritroso con un dialogo del tipo:

– Perché dici che non so cos’è il rispetto?
– Perché non t’importa nulla della pulizia di questa casa.
– E perché dici che non m’importa nulla della pulizia di questa casa?
– Perché ti ho chiesto 100 volte di toglierti le scarpe quando sono fangose prima di entrare in casa e non lo hai mai fatto.

Arrivati al dunque, si sarà colta l’utilità dell’insieme di messaggi che il nostro sistema energetico ci ha inviato per il nostro bene.

Si tratta di consigli sulla nostra evoluzione personale che dobbiamo ascoltare, ma non solo: li dobbiamo anche seguire, altrimenti il messaggio-sintomo potrebbe ripresentarsi, magari in forma più severa, per riportarci di nuovo sulla via del miglioramento.

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