Obiettivi: decidi con onestà.. e occhio all’avoiding pattern!

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Smetti di procrastinare!Procrastinare significa rimandare a un momento successivo qualcosa che evidentemente non si ritiene un’emergenza. Problema diffuso è la procrastinazione cronica, ovvero il rimandare un compito all’infinito oppure fino a che non diventa inevitabile svolgerlo oppure dichiarare esplicitamente (a sé stessi o a qualcun altro) che non succederà.

I motivi possono essere, tipicamente:

– Non ti piace

– Non hai il tempo necessario

(sorvolo su un terzo motivo, che potrebbe essere una paura connessa che non si vuole ammettere, ma questo scoperchierebbe un altro argomento da trattare a parte)

Il consiglio che ti do in proposito, sia per quanto riguarda il tuo dialogo con te stesso che con gli altri, è:

guardati bene dentro e da subito sii sincero sul fatto che svolgerai quel compito oppure no e, in caso affermativo, entro quanto tempo.

E se dopo aver emesso tale “sentenza” ti accorgi che quella cosa non è realizzabile con la sicurezza che avevi prima, pensaci bene di nuovo, rimettila in discussione e “sentenzia” nuovamente.

Può capitare di dover dire di no. Può capitare di aver detto di sì, ma che un evento costringa a rivedere una propria decisione. E può anche capitare di accorgersi che si è commesso un errore di valutazione. In questi casi, far finta di nulla non è certamente opportuno, perché significa:

– dedicare a quel compito di tanto in tanto “bricioli” di tempo ed energia mentale, che sommati insieme sono un notevole ammontare di risorse sprecato;

– nel caso di un impegno preso con terzi, ritardare una piccola brutta figura (spesso solo immaginaria) e farne una ben più grande (che ha molte più probabilità di concretizzarsi).

Detto questo, ti parlo di uno dei nemici giurati dei compiti che ci si prefigge di realizzare.

L’AVOIDING PATTERN: RIORDINARE LA STANZA, COMMISSIONI PER TERZI…

L’esigenza di “avere la stanza in ordine per essere liberi di eseguire al meglio il proprio lavoro” è spesso una inconscia scusa per non lavorare.
Questo birichino tipo di strategia è detto avoiding pattern (traducibile in italiano come “schema comportamentale di evitamento”): il trovare qualsiasi cosa (e consciamente credere davvero che si tratti di qualcosa di importante e prioritario in quel momento) pur di evitare una certa attività, poiché la si ritiene noiosa, o faticosa, o perché si ha paura di non eseguirla bene, etc.

Se hai la reale convinzione di dover fare e voler fare un lavoro, lo fai anche in mezzo al disordine più totale, proprio perché l’attenzione è focalizzata sul lavoro stesso e non sull’ambiente (fanno ovviamente eccezione i casi in cui concretamente c’è bisogno di fare più spazio, pulizia, ordine, etc).

Dell’avoiding pattern fa parte anche interrompere o non iniziare una certa attività per dedicarsi al prossimo: dire sistematicamente di sì alle persone che ti chiedono un aiuto, quando potresti legittimamente e giustamente negarlo.

Se ti viene in mente sempre qualcos’altro subito dopo aver rivolto il tuo pensiero a una data attività, è molto probabile che sia in atto l’avoiding pattern. Allora che fare?

Riconosci l’avoiding pattern e dì di “no” alle distrazioni che ti porta.

Oppure, se è frequente e ritieni serva a segnalarti che quel compito proprio ti ripugna, metti di nuovo in discussione il fatto di dover adempiervi.

Insomma:

– Credi davvero in un obiettivo? Dagli un orario e rispettalo (a meno di emergenze).

– Vuoi evitare di fare qualcosa? Evita pure. Però fallo coscientemente. Ammettilo. Così magari avrai qualche probabilità di mettere in discussione le tue priorità e i tuoi obiettivi (vedi sopra), eliminando la differenza fra priorità e obiettivi teorici con priorità e obiettivi veri.

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