Violenza in famiglia e Tabagismo

Probabilmente no, non stai per leggere quello che ti aspetti. Buona lettura e buona riflessione… soprattutto se hai qualche vizio di cui stai tardando a liberarti da tempo, tipo fumare.

Parliamo di rapporti di coppia. Com’è noto a quasi tutti (“quasi”, altrimenti il fenomeno non esisterebbe),

  • Se una ragazza è estremamente affascinata da un uomo e contemporaneamente infastidita dal cattivo rapporto con la propria famiglia di origine, tanto da arrivare a fare l’errore di sposarsi precocemente, la sua superficialità può inizialmente impedirle di distinguere l’amore sano dall’amore malato di un uomo con gravi problemi mentali, e cioè il desiderio di possesso, quel desiderio che diventa estremo bisogno di assoggettare una moglie praticamente schiavizzandola.
  • Chi non è coinvolto in vicende di violenza fisica o psicologica in famiglia, spesso se ne scandalizza e non capisce come una donna possa continuare a non ribellarsi a un marito violento denunciandolo e chiedendo il divorzio.
  • C’è probabilmente un fondo di verità nei timori di lei legati alla difficoltà di prendere una decisione del genere, a causa della scarsa garanzia di tutela che sente di avere da parte delle istituzioni.

E il tabagismo che c’entra?
E fammi finire. Dicevo: c’è un fondo di verità nei timori di non essere protetta…

  • …Ciò non toglie che di fatto solo due sono le scelte: rimanere schiava per tutta la vita (la vita di lei o di lui, a seconda di chi muore prima) o decidere di cambiare, con tutte le difficoltà che questo comporta.
  • No, aspettare ancora un altro po’ non renderà la cosa più facile: domani, dopodomani o fra 5 anni sarà difficile esattamente quanto adesso, ma con qualche ruga e qualche ferita fisica o psicologica in più e qualche giorno o anno in meno da vivere.

E insomma il tabagismo che c’entra?

Voglio forse parlarti di quanto la nicotina, essendo un eccitante, amplifichi in un uomo la voglia di menare? O di come l’eventuale astinenza possa rendere nervosi e quindi più violenti? O di come certi uomini per far male alla propria moglie le brucino con una sigaretta?

No.
Pazienta.
Aspetta.

Saltiamo in quest’altro scenario:

Un quindicenne assaggia la prima sigaretta. Trova i primi tiri davvero ganzi: intontiscono e rilassano. Gli viene in mente l’effetto delle canne che gli hanno raccontato. Ed è tutto legale!! Che nuova scoperta. Nessun fumatore gliene aveva mai parlato di questo sballonzolo, fra l’altro. Chissà perché!
Beh, facciamo così, una sigaretta al giorno. Che male può fare? Una, poi, non mi darà mai dipendenza. Nelle giuste quantità, come tutte le cose, direi che è una buona invenzione… specialmente quando è il momento di rilassarsi con gli amici: quando ci vuole ci vuole… e si sta davvero in pace col mondo. Ragazzi, mi piace… dopo mangiato poi, al tramonto, finalmente capisco cos’è il Sole: una sigaretta che Dio aspira di giorno e scuote di notte versando rugiada nei prati e nuvole in cielo. Un pizzico della mia salute scambiato per questa dolce compagnia, perché no? Dai, una-due sigarette al dì, stabiliamo così.
Ma che tenero ragazzo che sei. Buona notte. Ci vediamo fra tre anni.
……
Eccoti, tre anni dopo, gran fusto. Hai preso la patente da poco, che bellezza. Sali in macchina, simbolo di libertà e di indipendenza. Uh, la libertà è davvero una cosa meravigliosa, non sai quanto. Ah, dici che lo sai? Beh, magari un po’ lo sai un po’ no. Mica hai approfondito l’argomento. No, niente, lascia perdere. Dai, accendi la radio.
Il display dell’autoradio s’illumina e dall’impianto audio di cui provvisoriamente ti accontenti, una voce di una donna che non parla in dizione, probabilmente una persona intervistata dal conduttore di una trasmissione:

“…immagina un marito violento che hai sposato senza sapere chi fosse veramente, e che dopo i primi momenti in cui ti faceva sentire serena non ti dà più il minimo piacere, ma solo l’illusione di un suo bisogno dietro la minaccia di farti sentire male se decidessi di lasciarlo… eh sì, la via del divorzio può essere complicata, anche se sempre possibile… certo, prima la intraprendi, meglio è… e bisogna ricordarsi che più nascoste rimangono vicende del genere, più morti ci saranno oggi e in futuro”.

Pensi subito: “Proprio mi chiedo… come si fa?? Donnina cara sveglissima, grazie mille della super-banalità delle 14.40… Che è, una trasmissione per ritardate? Ti sei fatta abbindolare per tutto ‘sto tempo da quello lì senza accorgertene, credendo che quello fosse amore e rimanendo con un potenziale assassino, magari volendogli bene?”.

Poi scopri che accendere la radio a intervista già iniziata ha generato un frainteso non da poco. Contemporaneamente noti che a qualche anno dal tuo matrimonio, quella bella bionda non ti dà più quel piacere che avevi all’inizio; srebbe più corretto dire che ti dà il sollievo dal dolore che provi quando sei senza di lei, e questo in cambio dei tuoi soldi, della tua salute e della tua accondiscendenza mentre ti chiede sempre di più. Mentre stavi per accendere la tua nona sigaretta della giornata scopri che quell’intervista che hai commentato con “proprio mi chiedo… come si fa” parlava di qualcosa che proprio tu fai. Non parlava di violenza in famiglia rivolgendosi a donne ritardate. Parlava rivolgendosi a te di tabagismo. Violenza e schiavitù che ti sei cercato e che ogni giorno hai deciso fin ora di tenerti.

Ingenuo innamoramento, matrimonio, graduale imposizione della schiavitù, abitudine consolidata alla schiavitù, danni alla propria salute passati in sordina, costante minaccia di morte, pensieri di cambiamento scacciati dicendo che “per ora va bene così”…

Prendi per scema una donna che si tiene un marito violento.
Cosa ti fa pensare che fumare la tua prossima sigaretta sia diverso?

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